CASTELLO DI CASTEVOLI

Lunigiana

Il Borgo di Castevoli è una frazione del comune di Mulazzo (MS) costituito da un castello medievale ed il suo borgo. Si ipotizza che il castello sia sorto su una piccola fortezza a presidio della strada romana per Piacenza. Le prime notizie di Castevoli risalgono al 1077 con la concessione dell'Imperatore Arrigo III[1]del paese ai Marchesi Ugo e Folco d'Este consorti dei Malaspina, ai quali Castevoli pervenne nel 1195. Nella divisione del 1221 restò assegnata a Corrado, capostipite della linea di Mulazzo, nella successiva divisione, conseguente alla morte di Federico di Corrado, Castevoli venne legata al feudo di Villafranca che la conservò fino al 1416 quando dovette cederla alla Repubblica di Genova. Nel dominio genovese rimase fino al 1464; poi in seguito ai patti stipulati tra Tommaso di Campofregoso, che per acquisto ne era divenuto padrone, e Azzone Malaspina. di Mulazzo, Castevoli finì ai marchesi di Mulazzo che ben presto la riconsegnarono ai loro parenti di Villafranca. Rimase unita a Villafranca fino al 1561 quando, alla morte del marchese Giovan Battista, i due figli Alfonso e Tommaso spartirono í beni: al primo rimase il condominio di Villafranca diviso con il cugino Federico, a Tommaso restò soprattutto Castevoli che eresse in feudo diventandone primo signore. Nel 1574 questi ottenne dall'imperatore Massimiliano II, oltre all'investitura del feudo, «salvaguardia amplissima contro le pretenzioni del Senato di Milano», che vantava ragioni sui feudi della Lunigiana derivati dalla nota investitura di Venceslao. Nel marzo 1577 ebbe da Rodolfo II, succeduto al padre Massimiliano II, la più ampia conferma del feudo. Aveva sposato Bianca, figlia di Niccolò Secca d'Aragona capitano generale di giustizia nello stato di Milano, e si era giovato della ricca dote della moglie anche per riattare e in parte trasformare il castello di Castevoli rendendolo più conforme alla funzione dí sede di feudo. All'ingresso aveva collocato una scritta che diceva del suo retto modo di condursi:

«DEUM COLE
TEMPUS NOSCE
ML IMPROVISO
NEC CUM IRA JUDICES
T. MALASPINA ARAGONIUS A.D. MDLXIII»

Dopo la sua morte, avvenuta nel 1603, il figlio Francesco terminò l'opera che fece di Castevoli un complesso borgo feudale pianificato, con un imponente residenza centrale e una cinta fortificata a racchiudere le case del paese. Il ramo castevolese della famiglia Malaspina si estingue con la morte di Niccolò di Tommaso II nel 1676 senza lasciare eredi, il feudo viene quindi reclamato ed ottenuto da Alfonso Malaspina di Villafranca nel settembre 1678. Il popolo, dopo aver goduto da più di un secolo di relativa libertà, si trova oppresso dalle richieste dei Malaspina di Villafranca, così nel 1791 inizia una sommossa popolare che terminerà nel 1795. Dopo due secoli di abbandono, nel 1991 hanno inizio i restauri ad opera di Erica End e Loris Nelson Ricci, che terminano nel 1988 aprendo un atelier nella Casa Torre Malaspina. Famoso nella tradizione popolare per le continue lamentele del popolo castevolese costretto a lavorare per il marchese, il popolo castevolese viene anche chiamato "I ribelli di Castevoli".

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